la nuova legge dell'Ue per regolare l'accesso ai dati
L'11 gennaio ha preso effetto il Data Act, una legislazione europea che è stata in corso di sviluppo dal 2022 e che ha come scopo principale la regolamentazione dei dati non personali. Nonostante la sua recente implementazione, avrà effetto a partire dal 12 settembre 2025.
Nonostante possa sembrare simile al già operante GDPR, questa normativa è progettata per armonizzare l'accesso ai dati, integrandosi piuttosto che entrare in conflitto con il suddetto regolamento, soprattutto per quanto riguarda il diritto alla portabilità dei dati. La sua introduzione è finalizzata a garantire l'equità stabilendo norme inerenti all'utilizzo dei dati generati dai dispositivi Internet of Things (IoT).
Ogni prodotto tecnologico o servizio digitale opera attraverso un costante flusso di dati. Nel corso degli anni, i dispositivi connessi nelle smart home hanno generato crescenti quantità di dati, così come gli smartwatch e i vari dispositivi “indossabili” (pensiamo all'analisi dei parametri vitali), per non parlare degli stessi smartphone. Questi dati sono spesso condivisi con i produttori dei diversi dispositivi per apprendere dal comportamento degli utenti e per migliorare i prodotti, oltre che per alimentare le intelligenze artificiali.
In occasione del recente CES 2024, LG ha presentato LG AI Brain, un'intelligenza artificiale che raccoglie i dati di utilizzo degli utenti dai propri dispositivi smart home al fine di perfezionarli. Ed è proprio qui che entra in gioco il Data Act. Questa nuova normativa è progettata per mettere a disposizione un maggior numero di dati, ma regolamenta chi può accedervi e come possono essere utilizzati.
Durante la fase iniziale della costruzione delle fondamenta del Data Act, sono state diffuse le prime informazioni sui miglioramenti e le possibilità offerte dalla nuova normativa. Secondo l'Unione Europea, il volume complessivo dei dati è destinato a crescere a tal punto che entro il 2025 raggiungerà la straordinaria cifra di 175 zettabyte. Un singolo zettabyte, già di per sé un numero colossale, equivale a un miliardo di terabyte.
Analizzando il lato economico della questione le previsioni indicano un Pil supplementare per l'UE-27 entro il 2028 grazie alle nuove normative sui dati. Inoltre, le imprese che investono in innovazioni basate sui dati registrano una crescita della produttività tra il 5% e il 10% più rapida rispetto alle altre. Si capisce, quindi, come sia sempre più importante creare normative chiare ed efficaci che regolamentino in modo limpido e sicuro tale giro d’affari.